Qual è il migliore antinfiammatorio per la prostata? – Con questo articolo vogliamo rispondere ad un’altra delle domande che i pazienti, in sede di visita, pongono più spesso allo specialista.
Quello della terapia, infatti, risulta uno dei problemi più grandi per chi, in presenza di una patologia legata alla prostata, inizia una cura, nella speranza di non arrivare all’intervento chiriurgico.
Esistono diversi tipi di prostatite:
È una condizione patologica molto frequente, che interessa oltre un terzo della popolazione maschile con la fascia di età maggiormente colpita tra i 20 e i 50 anni.
A livello sintomatologico in base alla gravità della condizione si possono avere sintomi come:
Per quanto riguarda la terapia va detto, in maniera preliminare, che il trattamento per questa particolare patologia varia, ovviamente, in base alla natura della prostatite stessa.
Se sostenuta da infezione batterica allora si procede ad una terapia antibiotica mirata (in base al risultato dell’antibiogramma) che deve essere protratta per 3-4 settimane, in caso di evento acuto, anche 6-8 settimane in caso di evento cronico.
Associato all’antibiotico è sempre consigliabile la somministrazione di antinfiammatorio per un periodo di tempo che va da 10 ai 14 giorni in modo da ridurre l’infiammazione e lenire i disturbi del paziente.
Dunque, in conclusione, per rispondere alla domanda su quale è il migliore antinfiammatorio per la prostata, possiamo dire che gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono i farmaci più attivi sulla prostata.
Tuttavia – l’andrologo consiglia – questi devono essere somministrati per il tempo e nei dosaggi giusti per avere effetti benefici sulla malattia. In assenza di miglioramenti, l’intervento resta e comunque la soluzione risolutiva.