Andrologo e Urologo: quali sono le differenze?

Andrologo e Urologo: quali sono le differenze? Oggi vogliamo rispondere ad un domanda che molte persone, spesso si pongono, con l’obiettivo di andare a chiarire, una volta per tutte, le (eventuali) differenze tra questi due specialisti.

Andrologo e urologo sono la stessa cosa?

Prima di entrare nel merito, è bene specificare iniziare con una precisazione, che risulterà fondamentale: non tutti gli urologi “ne sanno” di andrologia. Urologo e andrologo, infatti, sono due figure complementari ma, nel concreto, sono anche completamenta diverse.

L’Urologo, infatti, è uno specialista che si occuooa esclusivamente si occupa di tutte quelle patologie legate al corretto funzionamento dell’apparato urinario e di tutte le altre funzioni ad esso connesse.

Reni, uretere, vescica e prostata, dunque, sono ad esclusivo appannaggio di questo particolare medico.

L’andrologo, invece, tratta tutte quelle problematiche legate all’apparato riproduttivo, quindi fertilità, disfunzioni sessuali e condizioni di conclamata anomalia, che possono richiedere un intervento di tipo chiriurgico.

Tutto chiaro? No?

Lasciamo la parola allo specialista, allora.


Ma davvero l’urologia è solo per gli anziani?

Sfatiamo il mito: l’urologo non è solo il medico degli anziani. E’ quello dei maschi in generale, di tutte
le età con le singole problematiche. E lo stesso vale anche per l’andrologo.

L’urologo e l’andrologo, per gli uomini, devono essere un punto di riferimento imprescindibile, proprio come il ginecologo per le donne.

E’ fondamentale andare dallo specialista non solo al momento del bisogno, quando insorgono i primi sintomi, ma è necessario inserire i controlli periodici nella propria routine sin dall’adolescenza, e portarli avanti con regolarità, anche solo per valutare lo stato di salute dell’apparato genitale, oppure per la fertilità.

Tra le patologie più diffuse tra i giovani, c’è il varicocele, un disturbo il quale, se non viene individuato in tempo, può rappresentare un serio problema per chi ne soffre. La diagnosi legata a questa malattia, in passato, veniva effettuata, solitamente, durante la visita di leva.

All’indomani dell’abolizione della leva obbligatoria, però, le problematiche legate al corretto funzionamento dell’apparato genitale, sono state trascurate progressivamente, e attualmente vengono prese in considerazione piuttosto tardi, intorno ai 35-36 anni, magari unicamente in presenza di sintomatologie ben chiare.

L’importanza della prevenzione

Consultare uno specialista tempestivamente, dunque, risulta fondamentale, così da non dover affrontare, poi, conseguenze ben più serie.

Purtroppo, però, molte persone sono ancora restìe a rivolgersi al medico andrologo, vale a dire colui che si occupa esclusivamente dell’apparato genitale e riproduttivo, perchè questo viene ritenuto (a torto) quasi un tabù.

E invece, “vergognarsi” di questo genere di controlli è assolutamente fuori luogo, e anche inutile, perchè nascondere la testa sotto la sabbia, serve solo a rimandare l’inevitabile. Cosa che, poi, può portare a conseguenze ancora più gravi.

La medicina ai tempi dei social

Purtroppo, questo tipo di atteggiamento, estremamente reticente, può portare le persone a cercare delle “alternative” non solo per quanto riguarda la cura ma anche, soprattutto, quando si parla di informazione.

Molto spesso, infatti, la gente utilizza il web per cercare rimedi ai propri malesseri, e si informa consultando siti che possono in qualche modo offrire risposte e chiarimenti, in particolare quando ci si trova in presenza di sintomi.

Ma questo non vuol dire avere la soluzione a portata di mano.

ANZI!

Non bisogna mai dimenticare che l’unico che può indicare al paziente il percorso terapeutico più opportuno, è SOLO ed ESCLUSIVAMENTE lo specialista, sia che si tratti di un andrologo che di un urologo.

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