È un trattamento unico e innovativo, basato su una tecnologia robot assistita, per l’iperplasia prostatica benigna. Esso riduce la percezione dei sintomi, riducendo gli effetti collaterali. Rispetto all’intervento chirurgico tradizionale, questa procedura allevia significativamente i sintomi irritativi dell’immediato post operatorio e gli effetti collaterali, che abbassano la qualità convalescenza dopo l’intervento. La tecnica inoltre porta ad una drastica diminuzione (8-10% dei casi) della possibilità di eiaculazione retrograda che rappresenta un ulteriore “vantaggio” nella vita post intervento.
La procedura è mini-invasiva, e consente attraverso un getto d’acqua ad alta pressione, quindi senza l’impiego di calore, di poter effettuare un’ablazione del tessuto prostatico in eccesso, andando a liberare il canale urinario, consentendo una minzione soddisfacente e preservando il triangolo eiaculatorio, quindi limitando al massimo l’incidenza dell’eiaculazione retrograda. I
l trattamento è effettuato grazie alla tecnologia AQUABEAM®, un sistema robotico che riesce a rimuovere “autonomamente” il tessuto prostatico responsabile della sintomatologia ostruttiva del basso tratto urinario.
Come si esegue:
La procedura viene effettuata in anestesia generale per permettere al paziente di rimanere immobile durante il trattamento (conditio sine qua non per una buona riuscita del trattamento stesso)
In una prima fase c’è la programmazione del sistema robotico in funzione dell’anatomia del paziente. Attraverso una sonda ecografica trans rettale si identifica il punto in cui posizionare il manipolo da cui partirà il getto d’acqua che andrà ad ablare l’adenoma prostatico. (Fig 1)
Fig. 1
Si impostano i punti di repere manualmente (viene dato un vero e proprio orientamento al robot) in modo da preservare la mucosa della vescica e lo sfintere urinario esterno. La tecnologia robotica permette al chirurgo di scegliere con accuratezza a precisione quali aree della prostata trattare e quali non trattare. La procedura risparmierà il collo vescicale e i dotti eiaculatori, pur rimuovendo l’adenoma prostatico ostruente. (Fig. 2 – 3)
Fig. 2
Fig. 3
Il risparmio di queste due strutture, pur consentendo un’adeguata disostruzione e un’ottima dinamica minzionale, permetteranno la conservazione della camera eiaculatoria (spazio anatomico tra il collo vescicale Fig.4 (cerchio giallo) e il veru montanum, da cui emergono i dotti eiaculatori) (Fig. 4 cerchio rosso) e quindi un flusso anterogrado del liquido seminale:
Una volta che i parametri sono settati il sistema procede al trattamento che dura tra i 2 e i 4 minuti.
Il trattamento, come già detto, consiste nell’ablazione del tessuto adenomatoso prostatico.
Essendo un trattamento molto rapido, questo può essere anche ripetuto nelle stessa procedura in modo da completare la pulizia della loggia prostatica quanto più precisamente possibile.
Di sicuro interesse per i pazienti è che questo trattamento può essere applicato anche ad adenomi di volume significativi (sopra 80-90 cc) o con presenza di terzo lobo (anomalia anatomica che consiste in una parte di adenoma prostatico che protrude in vescica e fa urinare male il paziente).
Questa tecnologia quindi è l’unica “ejaculatory sparing” (tecnica con preservazione dell’adenoma prostatico) che consente di avere una vera e propria ablazione del tessuto prostatico e può essere applicata ad ogni tipo di adenoma prostatico, sia per dimensioni che per conformazione anatomica, inoltre è l’unica tecnologia che consente in questi pazienti di preservare l’eiaculazione.