Ipertrofia prostatica benigna: l’importanza della salute della vescica

Ipertrofia prostatica benigna: l’importanza della salute della vescica e l’evoluzione della sintomatologia al fine di ottenere una corretta (e tempestiva) diagnosi.

Effettivamente, l’identificazione precoce e la gestione dei sintomi associati all’IPB, sono, assolutamente essenziali per mitigare l’impatto sulla funzionalità urinaria e sulla qualità della vita.

In base ai dati raccolti dalla SIU durante le sue campagne di prevenzione, infatti, è emerso che la popolazione maschile inizia ad avvertire i primi sintomi ben prima dei 50 anni. Percentuale che aumenta esponenzialmente tra i 50 e i 60 anni, fino a toccaare la soglia dell’80% degli uomini tra i 70 e gli 80 anni.

Ma cos’è l’ipertrofia prostatica benigna? E quali sono i “campanelli d’allarme” da prendere in considerazione?

Facciamo chiarezza.

Ipertrofia prostatica benigna: sintomi, diagnosi e prevenzione

L’Ipertrofia è una patologia clinica caratterizzata da un’espansione non maligna del tessuto prostatico che impatta significativamente sulla qualità di vita degli uomini, non solo in età avanzata.

A questa particolare condizione sono associati alcuni sintomi specifici, che riguardano il tratto urinario inferiore ed associata all’avanzare dell’età anche se, gli studi più recenti hanno evidenziato un cambiamento, relativamente all’età media del pazienti affetti da IPB.

Probabilmente le persone non credono che ci sia un “collegamento” tra l’ipertrofia prostatica benigna e la salute della prostata.

La vescica, infatti, è un muscolo, come ce ne sono tanti, all’interno dell’organismo. Il paragone più calzante può essere quello tra la vescica e il cuore: entrambi, infatti sono muscoli che pompano liquidi e possono essere compromessi da disturbi di tipo ostruttivo.

Se l’ostruzione alla base dell’ipb non viene riconosciuta o trattata tempestivamente, il muscolo detrusore inizia a contrarsi più vigorosamente.

Questo comporta cambiamenti patofisiologi della vascolarizzazione, controllo neurologico, ipersensibilità, dei recettori adrenergici e rilascio aumentato di neurotrasmettitori, che possono provocare contrazioni detrusoriale involontarie davvero veementi, e molto fastidiose.

Ma cosa c’entra la prostata?

IPB cosa succede alla prostata?

Nel paziente affetto da ipertrofia prostatica, la ghiandola prostatica subisce un ingrossamento che causa una pressione sull’uretra, ovvero il “collegamento” della vescica con l’esterno.

Questo ingrossamento impedisce il normale flusso dell’urina e causa grandi difficoltà e disagi al paziente, che può avvertire lo stimolo di urinare senza però portare a termine la minzione.

I sintomi non sono dipendenti dalla grandezza della ghiandola, anche una prostata di dimensioni di poco superiori alla norma può provocare disturbi urinari importanti.

Alla prima visita sarebbe bene anche l’esecuzione di una uroflussimetria completata dalla valutazione del residuo urinario post-minzionale, che consente una valutazione precisa di quello che è il mitto (getto urinario) e di tutte le sue caratteristiche

Come abbiao detto (e non bisogna mai dimenticarlo!), la vescica è un miscolo, che non deve essere sottoposto a stress eccessivo. Questo causerebbe una perdita delle sue funzioni primarie, fino ad arrivare alla totale assenza delle stesse, e ad una condizione dalla quale, purtroppo, non è sempre possibile tornare indietro.

Laser ad holmio: l’intervento gold standard nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna

In caso di fallimento della terapia medica, (che rimane sempre e comunque la prima opzione, per il trattamento dell IPB), quindi in mancanza di cambiamenti significativi evidenti come, ad esempio il miglioramento del getto urinario, o la diminuzione della frequenza minzionale notturna e diurna, viene indicata dallo specialista urologo la possibilità di effettuare un intervento chirurgico disostruttivo.

Questo tipo di operazione ha come obiettivo la rimozione della componente di tessuto prostatico ostruente (adenoma prostatico), permettendo al paziente di recuperare un buon getto e di non affaticare ulteriormente la funzionalità vescicale.

L’intervento di HOLEP consiste nell’asportazione, mediante enucleazione, dell’adenoma prostatico, tramite uno strumento endoscopico che viene inserito per via naturale (dal pene attraverso l’uretra, in anestesia) e l’impiego del laser ad holmio.

L’intervento di HOLEP (Adenomectomia Prostatica con Lase ad Holmio) è un intervento mininvasivo per la cura chirurgica dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), ad oggi “Gold standard” secondo le Linee Guida Europee (EAU) di Urologia.

LEGGI ANCHE: HOLEP – COME SI SVOLGE L’INTERVENTO.

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