C’è una correlazione tra sesso virtuale e impotenza? A quanto pare si. Ad affermarlo è la SIA (Società Italiana Andrologia), che ha portato a termine un’indagine relativa ai cambiamenti delle abitudini sessuali dei giovani, dopo la pandemia.
E i risultati non sono incoraggianti.
L’indagine è stata condotta dall’Università IULM di Milano, su un campione di 500 giovani maschi (e rispettivi partner), di un’età compresa tra i 16 e i 35 anni.
Secondo quanto emerso, nel nostro Paese la pratica del sesso virtuale sarebbe estremamente diffusa, con un giovane su 3 che lo preferisce rispetto ad un rapporto reale. Mentre oltre un milione e 600mila giovani tra i 18 e 35 anni non ha mai avuto rapporti. Per quanto riguarda le coppie non va certo meglio.
Secondo l’indagine della SIA, circa 220mila hanno coppie stabili, sempre di età compresa tra i 18 e i 35 anni, hanno dichiarato di aver eliminato il sesso dalla propria routine, e di praticare l’astinenza.
A quanto pare, per i giovani sotto i 35 anni, la sessualità non sarebbe più legata ad una componente di tipo relazionale, con la riproduzione che sarebbe all’ultimo posto tra gli “interessi” degli intervistati. Il sesso virtuale, dunque, verrebbe praticato regolarmente da un giovane su 3, con il 50% delle persone che non sarebbe più in grado di provare soddisfazione in presenza di rapporti reali.
Ma le conseguenze di questa nuova tendenza, sarebbero anche di carattere pratico.
Secondo quanto emerso, sarebbero moltissimi i ragazzi a segnalare disturbi collegati direttamente con la disfunzione erettile, conguenza dell’eccessivo autoerotismo e della mancanza di contatti (e rapporti) reali.
Ben l11% dei giovani dichiara di utilizzare quasi esclusivamente il mondo online per trovare partner sessuali e il 30% utilizza chat erotiche e siti pornografici quotidianamente.
Ma quello che ha allarmato maggiormente gli esperti andrologi è il risultato relativo all’informazione dei giovani in merito alle patologie legate all’apparato urinario e riproduttivo. Tra gli intervistati, il 68% dichiara di sapere chi è l’andrologo, e il 58% pensa che sia importantissimo fare visite di controllo.
Tuttavia, il 74% dei giovani risponde che non ha mai fatto una visita andrologica e l’83,9% dichiara di non effettuare controlli regolari.
E questo è davvero un dato estremamente allarmante.
Relativamente al sesso virtuale e all’impatto su quelle che sono le abitudini dei giovani, il dott. Dente ha espresso un parere assolutamente in linea con quello dei colleghi della SIA.
I problemi riguardano, principalmente, la percezione della realtà legata alle immagini che vengono proposte, e che generano un senso di frustrazione e di disagio profondi, ed estremamente pericolosi.
Il rischio è quello di sviluppare alcuni sintomi legati alla disfunzione erettile. Ecco cosa ne pensa l’esperto andrologo:
“Quella del sesso virtuale è una pratica molto in voga, sopratutto tra i giovanissimi. Questo porta alla percezione del rapporto sessuale, e delle prestazioni che ne conseguono, completamente distaccato dalla realtà. I giovani non ritrovando nella realtà quelle stesse prestazioni, che sono pura finzione, sia dal punto di vista maschile che femminile, percepiscono come sbagliato e fallimentare tutto quello che non arriva ad assomigliare a ciò che viene proposto nei contenuti di tipo pornografico di cui fruiscono regolarmente. Questo porta ad una progressiva perdita della fiducia nei propri mezzi, in riferimento al rapporto sessuale, con conseguente insorgenza di disfunzione erettile su base psicogena“.